Primo
soccorso: lo stato di shock
Una forte emorragia o perdita di liquidi. Una lesione spinale che manda in tilt la vasocostrizione.
Questi eventi possono provocare lo stato di shock: ossia l'improvvisa riduzione
della massa di sangue che arriva ai tessuti, che non sono ossigenati
adeguatamente.
L'organismo cerca di contrastare, di compensare.
Ma, se non si interviene, la forza di gittata cardiaca
può diminuire irrimediabilmente fino alla morte.
Lo stadio di progressione iniziale dello shock si
definisce "shock compensato" perché l'organismo del paziente è ancora
in grado di mantenere la perfusione dei liquidi nei
tessuti.
Se lo
shock progredisce entra in fase "scompensata", nella quale
l'organismo non è più in grado di compensare la riduzione del volume di sangue
(volemia).
Lo shock, in questo caso detto "ipovolemico", quando subentra non può risolversi
spontaneamente, ed è indispensabile saperlo individuare immediatamente per
correre ai ripari al più presto.
Riconoscere i sintomi è possibile, anzi necessario,
durante la procedura A-B-C-D,
quando cioè si fa la prima valutazione dello stato del
ferito controllandone le vie aeree, l'attività cardio
- polmonare e lo stato di coscienza.
Segni e sintomi di un’iniziale fase di shock
compensato sono:
Quest'ultimo
è un metodo veloce ed efficace per rilevare uno stato di shock. È sufficiente
premere per qualche secondo un'unghia del ferito e valutare quanto tempo ci
mette il colorito a tornare roseo. Se ci mette più di
2 secondi, il paziente è in shock.
E' importante sottolineare
che l’ipotensione non è importante fattore di valutazione dello shock
emorragico, poiché compare tardivamente, dopo l’instaurarsi della fase
scompensata.
Una volta rilevato lo
stato di shock, sarà imperativa l’assistenza respiratoria attraverso la BLS
(Basic Life Support, ossia la rianimazione cardio - polmonare), il controllo di eventuali emorragie e
la protezione dal freddo.
Il medesimo trattamento dovrà essere adottato anche
per shock di origine spinale, che possono seguire
lesioni spinali alte (cervicali o toraciche). Questo tipo di lesioni possono provocare una sezione dei nervi che controllano la
vasocostrizione e provocare una massiccia e brusca vasodilatazione del letto
vascolare che rende inadeguato il volume di sangue contenuto e manda il ferito
in shock ipovolemico.